“Le risorse dei Comuni sono finite ad agosto. Anche tenendo conto dei 300 milioni ricevuti come misura di ristoro dal Covid, servono almeno altri 350 milioni. Altrimenti dovremmo tagliare i servizi pubblici… Rischiamo di non poter accendere i riscaldamenti o di tagliare i servizi sociali”. Lo afferma il presidente dell’Anci e sindaco di Bari Antonio Decaro, intervistato sulle pagine del Corriere della Sera, in merito agli effetti sui conti dei Comuni dell’aumento dei costi dell’energia.
“La preoccupazione c’è. Io stesso – aggiunge – ho dovuto rinunciare a quelle luci colorate che rendono ancora più suggestiva quella parte della città che è una forte attrattiva per chi viene a visitarla”, spiega Decaro. Che accenna a molte misure allo studio per ridurre i consumi: “Sono partite delle sperimentazioni con il Politecnico di Milano, ma anche a Bari e a Roma ci si interroga su come pianificare una riduzione energetica. Si pensa a ridurre l’intensità luminosa, solo in alcune zone e solo durante la notte. Ma si può fare solamente con determinati lampioni che hanno la tecnologia adatta”.
Decaro si dice comunque ottimista che “saremo ascoltati. Tutti i partiti hanno compreso la nostra condizione di difficoltà. I Comuni non sono aziende che possono rinviare all’anno prossimo i bilanci. Noi dobbiamo avere i conti in ordine. A ottobre, novembre ci troveremo comunque in fortissime difficoltà”, aggiunge Decaro sottolineando di essere comunque “ottimista che si troveranno nell’immediato risorse”, ma “pessimista per il futuro. Sia per gli approvvigionamenti, a causa della guerra in Ucraina, sia per lo stoccaggio che non so per quanto tempo durerà”.
Per non peggiorare la situazione per il presidente Anci bisogna cercare di consumare meno: “Tutti possono fare qualcosa. È un discorso che vale per il gas, per l’energia elettrica, per l’acqua. Dobbiamo renderci conto che non stiamo salvaguardando più solo il futuro dei nostri nipoti ma il presente di tutti noi. La nostra sopravvivenza”.