Con riferimento alla norma a tutela delle pari opportunità ricordiamo che l’articolo 1, comma 137, della legge n. 56/2014, ha previsto che nelle giunte dei Comuni con popolazione superiore a 3.000 abitanti, nessuno dei due sessi può essere rappresentato in misura inferiore al 40 per cento, con arrotondamento aritmetico. Nel computo della percentuale si deve tenere conto anche del Sindaco, in quanto componente della giunta (circolare n. 6508 del 24 aprile 2014 del Dipartimento Affari interni e territoriali del Ministero dell’Interno); diversamente, va precisato che nelle ipotesi in cui l’ordinamento non ha inteso annoverare il Sindaco nel quorum richiesto va espressamente indicato usando la formula “senza computare a tal fine il Sindaco”. Secondo prevalente giurisprudenza, è da ritenersi che sia legittimo includere nel calcolo degli assessori anche il Sindaco, a garanzia della rappresentanza di genere.
Per i Comuni con popolazione fino a 3.000 abitanti, invece, non sono previste disposizioni e limiti precisi per la disciplina delle pari opportunità, ma solo disposizioni di principio (articoli 6 e 46 del Tuel) stabilendo norme per assicurare condizioni di pari opportunità tra uomo e donna e garantendo la presenza di entrambi i sessi nelle giunte e negli organi collegiali non elettivi del Comune e della Provincia, garantendo la presenza di entrambi i sessi.
Si evidenzia quanto riportato nella circolare n. 6508 del DAIT, Dipartimento per gli Affari Interni e Territoriali, in tema di impossibilità al rispetto del principio di pari opportunità: laddove ciò non sia possibile, occorre una adeguata motivazione sulle ragioni della mancata applicazione del principio di pari opportunità; in tal senso, il Sindaco deve svolgere una preventiva e necessaria attività istruttoria preordinata ad acquisire la disponibilità allo svolgimento delle funzioni assessorili da parte di persone di entrambi i generi.
