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Comuni liguri subiscono tagli dallo Stato nonostante virtuosi negli investimenti: + 200% in 6 anni

 

In Liguria il comparto dei Comuni manifesta una condizione di tenuta finanziaria superiore alla media nazionale, e ha dimostrato una tempestività e una capacità di reagire alla crisi pandemica importante, dove anche gli enti che partivano da una condizione di disavanzo e difficoltà stanno rientrando gradualmente con stabilità nei conti. Ma, soprattutto, si registra la ottima performance sulla ripresa degli investimenti: la Liguria, infatti, ha il record nazionale del tasso di crescita dei pagamenti sugli investimenti locali, registrando a fine 2023 quasi il 200 per cento in più rispetto ai minimi storici del biennio 2017-2018. Un dato molto importante, che fa ben sperare anche in chiave Pnrr.

È il quadro emerso nel corso dell’evento “I Comuni e la legge di bilancio 2024”, che si è svolto questa mattina presso la sala Piccardo di Anci Liguria, e che ha visto la partecipazione di oltre 150 tra Sindaci e Amministratori locali, presenti e collegati.

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All’evento, moderato dal coordinatore della commissione Finanza locale di Anci Liguria e vicesindaco di Genova Pietro Piciocchi, hanno preso parte i vertici nazionali di Anci e Ifel, l’Istituto per la finanza locale: Veronica Nicotra, segretario generale Anci; Andrea Ferri, responsabile Finanza locale Anci-Ifel; Giuseppe Ferraina, responsabile dell’area Sistema informativo, perequazione e regole finanziarie Ifel.

Il segretario generale dell’Anci Veronica Nicotra ha posto l’accento sugli investimenti: “I dati sono straordinari e gratificano i Comuni, che hanno avviato gare a copertura della quasi totalità dei fondi assegnati, 32 miliardi su 35 – sottolinea Nicotra - Questo vuol dire che i Comuni danno un contributo fondamentale alla crescita del Paese, assolvono ai propri doveri con grande senso di responsabilità e dimostra anche come siano in grado di cogliere le opportunità nonostante le criticità che si registrano a livello tecnico-amministrativo”.

“Sul Pnrr la Liguria è particolarmente virtuosa – afferma Pietro Piciocchi – Siamo tra le regioni che maggiormente stanno utilizzando le risorse e rispettando le milestone. Resta una forte preoccupazione per quanto riguarda la parte corrente dei bilanci comunali. La nostra regione, per il tramite di Anci, da tempo ha intrapreso una negoziazione con il governo nazionale che ci ha portato ad alcune iniziative, anche davanti alla Corte costituzionale, per cercare di correggere alcuni meccanismi previsti nel riparto delle risorse che danneggiano i nostri Comuni, come quello della perequazione: noi abbiamo rendite catastali alte, ma i maggiori introiti di fiscalità che provengono dai contribuenti, invece di rimanere sul territorio vengono redistribuiti ad altri Comuni, sulla base di procedimenti che noi non accettiamo. Su questo stiamo negoziando – prosegue Piciocchi – Siamo felici che sia stata riconosciuta la nostra autorevolezza, dato che l’anno scorso la Corte costituzionale con la sentenza n. 71 del 2023 ha imposto delle correzioni ai meccanismi di riparto, che sono state recepite dal legislatore nella legge di bilancio”.
“Un elemento di preoccupazione per i Comuni è rappresentato dal taglio lineare di 200 milioni per il periodo 2024-2028, che pone tutti in grande difficoltà. Dunque, se sul piano degli investimenti ci stiamo comportando bene e il governo ci sta supportando, resta la fatica sulla parte corrente di fronte all’incremento di spese, legate anche all’inflazione e ad alcuni ambiti che stanno esplodendo, come la spesa sociale, l’istruzione, il supporto ai bambini disabili. Noi faremo la nostra parte, la Liguria ha un ruolo importante in queste negoziazioni, auspico che il governo possa essere recettivo rispetto alle nostre istanze”.
“Sul tema delle autonomie e su quello dei lep, i livelli essenziali delle prestazioni, grazie a una nostra iniziativa è stato possibile mettere ordine a un metodo di lavoro spesso confuso: la Consulta, infatti, ha ribadito al governo di individuare per prima cosa i lep, cioè i fabbisogni, il costo delle funzioni dei Comuni, e poi stabilire il riparto corretto delle risorse”.
“Sulla legge di bilancio – conclude Piciocchi – è stato posto un vincolo: che non può essere tagliata la spesa su sociale e sull’istruzione, ma temo che uno degli ambiti che risentirà maggiormente dei tagli sarà quello del personale, ed è paradossale perché questo è il momento in cui i Comuni ne hanno più bisogno per gestire la mole degli investimenti”.

Quello ligure è anche un comparto contrassegnato dalla presenza di numerosi Comuni di piccole e piccolissime dimensioni.

“Noi abbiamo 48 Comuni sotto i 500 abitanti, 99 sotto i 1.000, e quest’anno votano 125 Comuni su 234 – commenta il direttore di Anci Liguria Pierluigi Vinai – La tornata elettorale è sempre elemento di instabilità, e se a questo ci aggiungiamo anche il taglio lineare, è chiaro che li mettiamo in grande difficoltà. I dati di oggi, tuttavia, ci dicono che nonostante il periodo del Covid, il lancio degli investimenti in Liguria da parte dei Comuni piccoli, medi e grandi è enorme, arriviamo a una previsione del +194% degli investimenti. Davanti a ciò, io mi aspetterei un premio, e invece con la legge di bilancio ci prospettano un taglio di 1 miliardo e mezzo a livello nazionale nei prossimi 5 anni, che si riversa anche su di noi che siamo già quelli che paghiamo più Imu allo Stato perché abbiamo le rendite catastali alte. Già l’anno scorso con la sentenza della Corte costituzionale abbiamo vinto davanti alla Stato e ci siamo visti riconoscere l’ingiustizia di determinati tagli, ma ora siamo di nuovo da capo. Forse il nostro problema è che non abbiamo il potere legislativo e subiamo la legislazione altrui, ma questo non è giusto in un sistema costituzionale”, conclude Vinai.

 

 

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