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Emergenza Ucraina, in un limbo oltre 4.000 posti resi disponibili dai Comuni

 

Ad un mese dalla scadenza dello stato d’emergenza Ucraina, ad oggi fissato al 3 marzo 2023, i Comuni sono ancora in attesa di conoscere le sorti degli oltre 4.000 posti SAI finanziati per l’accoglienza di famiglie ucraine e scaduti a fine dell’anno scorso.

“Siamo di fronte ad una situazione che è al limite del surreale”: così Matteo Biffoni, Sindaco di Prato e delegato Anci all’Immigrazione, commenta il ritardo nella pubblicazione dell’ordinanza che la Protezione civile ha già predisposto per prorogare il finanziamento dei progetti approvati nel settembre scorso: “Non si comprende come sia possibile che un’ordinanza, che per sua natura ha carattere di urgenza, possa perdersi nei meandri del ministero dell’economia”.

Con la legge di bilancio 2023 il Dipartimento della protezione civile viene autorizzato ad adottare ordinanze allo scopo di assicurare la prosecuzione delle attività e delle misure per garantire la continuità della gestione emergenziale, che viene nella stessa sede prorogata al 3 marzo, in coerenza con le disposizioni europee.

“L’impegno dei Comuni, che presentano ad ogni bando progetti per numeri di posti molto più elevati rispetto a quelli messi a disposizione – sottolinea ancora il Sindaco di Prato – non va mortificato. È grave che i Comuni siano lasciati in una terra di mezzo, senza conoscere le sorti dei propri progetti e di tutto ciò che ne consegue. In questa situazione – prosegue il delegato Anci – sono diversi gli aspetti da considerare. Innanzitutto, l’esposizione dei Comuni. Da un punto di vista economico-finanziario, le spese sostenute dai Comuni a partire dal 31 dicembre non poggiano su alcun tipo di riferimento documentale, ma su rassicurazioni che Anci, in accordo con Protezione civile e Interno, si è assunta il rischio di fornire. Ma siamo di fronte anche ad una inconcludenza che sta dando luogo a uno spreco di disponibilità. È chiaro, infatti, che l’incertezza della situazione impone prudenza e molti Comuni, che pure si erano detti disponibili ad accogliere, non sono stati in grado di attivare i posti, dato anche il poco tempo rimasto. Non dimentichiamoci – prosegue Biffoni – che parliamo nella maggior parte dei casi di nuclei familiari, spesso con un gran numero di bambini. Noi il peso della responsabilità su queste persone lo sentiamo tutto".
“Ci chiediamo come mai, peraltro, il modo di garantire la prosecuzione delle altre forme di accoglienza sia stato trovato. Desta stupore che nell’incertezza sia rimasto solo il SAI.
“Facciamo attenzione, perché credo davvero che scoraggiare la disponibilità dei Comuni – continua il Sindaco di Prato – non convenga a nessuno. Vediamo la tragedia immane che ha scosso Turchia e Siria e che attiverà, senza ombra di dubbio, conseguenze rilevanti in termini di flussi di persone in cerca di protezione, verso l’Europa e quindi l’Italia.
“Suggerisco sommessamente – conclude il delegato Anci all’Immigrazione – di fare esattamente al contrario di come si è gestita questa partita. Consolidiamo il SAI, rendiamolo flessibile e in grado di rispondere con efficienza alle emergenze, che purtroppo non hanno mai cessato di accadere. A partire da questi 4000 posti, da stabilizzare in via definitiva”.

 



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