“Per il nuovo codice appalti bisogna garantire maggiori semplificazioni, non solo sulle procedure di affidamento ma anche per le fasi di pianificazione, programmazione e progettazione degli interventi”. Lo ha sottolineato Gianluca Galimberti, Sindaco di Cremona e membro del Direttivo Anci, partecipando o organizzato dall’ANCE: “Cantiere Italia Tra Pnrr, emergenze e nuovo Codice degli appalti”, alla presenza del Ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti Matteo Salvini.
“Il nuovo Codice dovrà entrare in vigore entro il 31 marzo 2023, come da PNRR di cui costituisce una delle riforme richieste in sede europea – ha proseguito Galimberti – quindi i tempi sono molto stretti a fronte dell’assoluto rilievo del provvedimento che riscrive le regole per l’affidamento di lavori, servizi e forniture. Va considerato che tali attività sono elementi essenziali dell’azione amministrativa e di sviluppo territoriale dell’ente locale e che i Comuni – secondo i dati della Corte dei Conti, esposti in audizione al Parlamento a febbraio 2021 – sono i maggiori investitori del Paese: nel triennio 2018-2020 hanno proseguito il trend di crescita, avviando 70.219 opere (oltre l’80% del totale), con un +12% rispetto al triennio 2015-2017.”
“In merito a ciò – continua il Sindaco – è necessaria una normativa chiara che dia certezza alle amministrazioni ed agli operatori, per innescare un circuito virtuoso di collaborazione, specie in questa particolare fase storica, per il raggiungimento di obiettivi condivisi”.
“Su questo – prosegue Galimberti – è positivo l’accoglimento nel testo del nuovo Codice, delle richieste Anci di messa ‘a regime’ di alcune discipline ora utilizzate invece in deroga al codice vigente. Tuttavia, vanno risolte alcune problematiche: è necessaria la semplificazione in fase di programmazione delle opere, servizi e forniture ma, soprattutto, va modificata l’impostazione della qualificazione delle stazioni appaltanti, al momento prevista per le fasi di progettazione, affidamento ed esecuzione; bene la prevista soglia oltre la quale vige l’obbligo di aggregazione, che andrebbe però aumentata”.
“Infine, aggiunge Galimberti, sulla soglia per la qualificazione delle stazioni appaltanti, voglio ribadire che per Anci la soluzione individuata dal Governo è equa e condivisibile: 500mila euro quale soglia per gli appalti di lavori per procedere autonomamente e non dover ricorrere ad altro soggetto qualificato non inficia affatto la professionalizzazione delle stazioni appaltanti, su cui siamo tutti d’accordo. Trattasi, lo ribadisco, di una soglia valida unicamente per non avere l’obbligo di ricorrere ad altro soggetto qualificato per gli affidamenti di lavori pubblici ma non per fare affidamenti diretti, la cui soglia in base al codice rimane quella dei 150mila euro e come Anci non abbiamo mai chiesto di aumentarla. Per affidare appalti di lavori pubblici tra 150mila euro e 500mila euro occorrerà procedere quindi con le normali procedure per gli appalti sotto soglia e cioè con una procedura negoziata, così come prevede il nuovo Codice e già le regole vigenti in materia introdotte dagli ultimi provvedimenti di semplificazione. Inoltre, all’indomani dell’entrata in vigore del nuovo sistema di qualificazione occorrerà porsi il problema di quali e quanti soggetti saranno in grado rispondere alla domanda dei Comuni non qualificati di svolgere procedure di gara ed è per questo che riteniamo che i Comuni Capoluogo e le Città Metropolitane vadano qualificati di diritto: per rispondere alla domanda dei soggetti che non si qualificheranno.
“Infine – chiosa il Sindaco – chiediamo che la disciplina sulla qualificazione operi in base ad un criterio di ragionevolezza e che sia modificata la prevista e farraginosa procedura dello schema del nuovo codice, inerente all’affidamento per le stazioni appaltanti che non sono qualificate. Va prevista la possibilità di poter procedere autonomamente da parte delle SA non qualificate nel caso in cui non vi sia una stazione appaltante qualificata che in tempi rapidi possa effettuare tale procedura, senza ulteriori attese”.
“Come Associazione – conclude Galimberti – riteniamo altresì fondamentale disporre una fase transitoria adeguata per l’entrata in vigore del sistema di qualificazione, tenendo conti dei tempi del PNRR, nel rispetto degli impegni presi in ambito europeo”.