Venerdì 24 novembre in Regione si è svolto l'incontro con il commissario straordinario nazionale per l’emergenza Peste suina africana Vincenzo Caputo.
Alla riunione, convocata da Regione Liguria, hanno partecipato il vicepresidente Alessandro Piana, l’assessore allo Sviluppo economico Alessio Piana, il direttore di Anci Liguria Pierluigi Vinai insieme a una delegazione di Sindaci, Alisa, le associazioni venatorie e gli ATC e CA di Genova, Imperia, Savona e La Spezia.
Ecco cosa hanno detto i Sindaci presenti all'incontro.
Il Sindaco di Ronco Scrivia Rosa Oliveri: “L’impatto che ho avuto dall’incontro è che sembra che sia tutto raggiungibile e facile grazie a una sorta di autorità che si può prodigare per ottenere cose con strumenti di controllo e monitoraggio che a me non sembra ci siano sui territori. Relativamente agli interramenti dei resti dei cinghiali infetti, noi in Comune non abbiamo strutture in grado di dare indicazioni rispetto alle aree dove effettuarli, hanno parlato anche di videosorveglianza, insomma tutti strumenti che hanno dei costi, che vanno supervisionati da altro personale. Io faccio fatica già a gestire solo il fondovalle del mio paese, figuriamoci le zone dove faremo gli interramenti, che tra l‘altro sono ancora sconosciute. Si è parlato poi di un geologo, che in Comune non ho, né tantomeno ho le risorse per far fare le perizie geologiche. Se la struttura commissariale dispone di questi supporti, ci garantiscano che saranno a nostra disposizione, altrimenti i Comuni sono veramente in difficoltà a portare avanti gli interventi”.
Il Sindaco di Rossiglione Katia Piccardo: “Io ho evidenziato l’assurdità della recinzione, ho riportato il grido di dolore degli allevamenti che vorrebbero ripartire e la presa in giro dei ristori, la possibilità di autoconsumo per i capi di acclarata negatività, la preoccupazione per gli interramenti, perché vorremmo sapere il geologo chi lo paga, il commissario? Metta mano lui al portafogli! I Sindaci non si sottraggono a nulla. Ho personalmente ricordato a Caputo che non siamo certo noi a fermare le cose, anzi, ci facciamo carico spesso e volentieri di responsabilità non nostre e lo facciamo per mandare avanti il territorio che altrimenti la burocrazia fine a sé stessa condanna a morte”.
Il Sindaco di Valbrevenna Michele Brassesco: “Durante la riunione è stato dato poco spazio ai Sindaci, anche perché quando è arrivato il nostro momento di parlare, il commissario è dovuto scappare via. Comunque mi sembra un po’ la solita aria fritta, che prendiamo per buona. Devo dire onestamente che nella mia zona rossa le squadre stanno lavorando ma di cinghiali non ce ne sono tanti, per il resto mi sembrano le solite promesse ma… staremo a vedere”.
Il Sindaco di Albisola Superiore Maurizio Garbarini: “Grande azione normativa da parte del commissario, che purtroppo è distaccato completamente da quella che è la realtà del problema della peste suina sul territorio, soprattutto nelle province più martoriate di Genova e Savona. È una sconfitta perché non si fanno passi avanti. Caputo dice ‘faremo questo e quell’altro’ ma a oggi, solo grazie all’intervento da parte della Regione con le guardie di vigilanza regionale, ad Albisola siamo riusciti a fatica a dirimere il problema dei cinghiali, un pericolo, al di là della pubblica incolumità, anche a livello sanitario. Caputo è scollegato dalla realtà perché continua a dire che ci sono i soldi per fare tante cose, che invieranno i militari se i Comuni non vogliono collaborare ma i Comuni vogliono collaborare, il problema più grave è la diminuzione sostanziale dei cacciatori, i quali oggi rappresentano l’unico strumento utile per ricondurre numericamente i cinghiali al minimo. Per adesso questo non si è fatto e soprattutto non si è data possibilità ai cacciatori di esercitare come si dovrebbe l'azione di depopolamento”.
Il Sindaco di Calice Ligure Alessandro Comi: “Ogni occasione di confronto è benvenuta e ben accetta. Per quanto riguarda il mio Comune, il commissario non sembrava a conoscenza di una richiesta di deroga inoltrata mesi fa, ma attendo fiducioso una risposta. Per quanto riguarda quanto affermato dal commissario, alcuni aspetti della vicenda sono stati trattati in maniera un po’ superficiale. Il discorso sul coinvolgimento dell’esercito per l’eventuale interramento dei resti dei cinghiali divenuti a tutti gli effetti dei rifiuti speciali, lasciano il tempo che trovano, non è una cosa così semplice da attuare come lui ha fatto intendere sia: esercito o no, per alcuni Comuni e rappresentanti di territori non così vasti diventa un po’ complicato in primo luogo trovare la zona dove effettuare gli interramenti e, in secondo luogo, seppur con l’aiuto dell’esercito, effettuarli durante una stagione di caccia che dura diversi mesi, il che implica che dovrebbero essere fatti e ripetuti più volte. L'aspetto è stato trattato senza il necessario contatto con il territorio, che invece sarebbe stato opportuno”.