Far firmare ai Comuni una clausola di responsabilità sull’eventuale mancato rispetto delle tempistiche dei progetti Pnrr? “E’ un concetto che scavalla il principio di leale collaborazione tra governo ed enti locali. Ma se questa norma, che ritengo anomala, ci verrà proposta i Comuni non si sottrarranno. Ma insieme a noi devono firmare tutti: funzionari dei ministeri, ministri e amministratori delegati delle aziende coinvolte nei progetti Pnrr”. Lo ha detto il presidente dell’Anci e sindaco di Bari, Antonio Decaro, intervenuto al forum di Repubblica.it organizzato per fare il punto sul Pnrr.
“Come detto anche al ministro Fitto – ha aggiunto Decaro – non servono norme spauracchio ma ulteriori semplificazioni. Servono procedure super semplificate, come accade per l’edilizia scolastica, che invece non sono previste per i progetti Pnrr. Serve unificare le procedure, serve permettere ai Comuni di ottenere il 30 per cento delle anticipazioni, e non il 10, per aiutare quei piccoli Comuni che con i loro bilanci non sono in grado di anticipare le risorse alle aziende impegnate nei progetti”.
“In questi anni – ha proseguito il presidente dell’Anci – non abbiamo incontrato funzionari rigidi a Bruxelles ma a Roma. E questo nonostante i Comuni abbiano assegnato 147 mila gare, le cui opere siamo sicuri di portare a termine entro il 2026. La storia dei Comuni – ha ancora precisato Decaro – dice che siamo il comparto che più di tutti utilizza in modo corretto il 25 per cento della spasa nazionale. E a certificarlo non siamo noi ma recenti studi della Corte dei Conti e della Presidenza del Consiglio”.
Il presidente dell’Anci ha poi tenuto a precisare come “ai Comuni è assegnati 19 per cento delle risorse Pnrr ma non si parla mai del restante 81 per cento. Qualcuno non fa il proprio dovere ma questo qualcuno non siamo noi. Eppure si parla sempre e solo di noi”.
Infine una battuta sui paventati tagli al comparto degli enti locali nella prossima legge di bilancio. “Rischiamo – ha ammonito Decaro – di tornare a sette anni fa. Quest’anno stavamo recuperando l’ultima parte dei 500 milioni di tagli ed ecco che si parla ancora di tagli. Se aumenta l’inflazione e quindi i costi energetici che impattano sui trasporti, sulle mense e su tutti i servizi dei Comuni, i bilanci non reggono. Se a questo ci aggiungiamo anche un taglio annuo da 250 milioni saremo costretti a dover intervenire sui servizi sociali”.